Motori

OPEL: 35 anni fa la prima Omega

Quando, nella seconda metà degli Anni Ottanta, Opel abbandonò un nome come Rekord che da circa trenta anni faceva parte della sua tradizione e chiamò Omega la sua nuova ammiraglia, fece un importante passo nella direzione del rinnovamento dell’immagine di questo modello che assunse da allora una connotazione molto più dinamica. Un processo che si completò con l’introduzione della seconda generazione di Opel Omega.

Basta guardare la linea della prima serie Opel Omega, presentata 35 anni fa, nel 1986, per rendersi conto di questa inversione di tendenza. Il frontale spiovente, le fiancate lisce, i finestrini avvolgenti creavano una forma molto slanciata che si traduceva in un coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx), compreso fra 0,28 e 0,30 a seconda delle versioni, che all’epoca era il migliore della categoria. Tutto questo, unitamente alla particolare cura dedicata alla tecnica motoristica, all’economia, al rispetto dell’ambiente e alla sicurezza, valse alla Casa tedesca il secondo premio “Auto dell’Anno” nel giro di tre anni (dopo quello conquistato nel 1985 con la Opel Kadett-E).

La prima generazione di Opel Omega era disponibile in due soli tipi di carrozzeria (berlina 4 porte tre volumi e station wagon), ma con un’ampia varietà di motorizzazioni che spaziavamo da economiche motorizzazioni a benzina di 1.800 cc e 2.000 cc e 2.300 Diesel e turbodiesel fino a poderosi 6 cilindri 3.000 a 12 e 24 valvole da 177 CV (130 kW) e 204 CV (150 kW). Senza dimenticare la spettacolare versione realizzata nel 1989 in collaborazione con la Lotus. Il tutto per oltre 900.000 esemplari di Opel Omega-A prodotte dal 1986 al 1993 nello stabilimento di Rüsselsheim.

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