Motori

OPEL: Antara, il primo SUV firmato Opel

Dopo avere esplorato con successo il mercato dei veicoli fuoristrada “duri e puri” con modelli come Opel Frontera e Monterey, quindici anni fa, nell’autunno del 2006, Opel si affacciò per la prima volta nel segmento dei SUV. Opel Antara abbinava un’immagine dinamica ed elegante alla trazione integrale di serie e ad alti contenuti tecnologici. In particolare, Opel Antara puntava su un comportamento su strada analogo a quello di un’autovettura, su una grande abitabilità abbinata a contenute dimensioni esterne, su innovative soluzioni per il trasporto come il sistema Flex-Fix, su una grande funzionalità e sulla posizione di guida rialzata. Il risultato era un 4×4 assolutamente adatto all’utilizzo quotidiano e al tempo libero.

Originale linguaggio stilistico 

Dinamica come una station wagon sportiva, robusta come un classico fuoristrada: uno stimolante contrasto esaltava lo stile originale di Opel Antara. Mentre la parte inferiore della carrozzeria evidenziava tutta la robustezza del nuovo SUV, le linee slanciate e le superfici tese gli conferivano eleganza e sportività senza occupare più spazio a terra di una berlina di classe media.

Dettagli tipici come il rialzo sul cofano motore e la mascherina attraversata da una larga barra cromata, sulla quale spiccava il grande marchio Opel, rimarcavano la qualità e l’identità di marca della vettura. Le prese d’aria laterali, che comprendevano gli indicatori di direzione, alleggerivano l’estetica del frontale.

Tre motori a 4 valvole e trazione integrale

La gamma delle motorizzazioni prevedeva tre differenti propulsori, tutti a 4 valvole per cilindro e tutti montati trasversalmente all’interno del vano motore. Il propulsore d’ingresso era un 4 cilindri in linea di 2.400 cc che sviluppava 140 CV (103 kW), mentre al vertice c’era un V6 benzina di 3.200 cc che sviluppava 227 CV (167 kW). Fra i due si inseriva il 2.000 turbodiesel common-rail da 150 CV (110 kW), successivamente disponibile anche in una versione da 127 CV (93 kW), destinato a raccogliere i maggiori consensi del pubblico italiano.

La trazione integrale intelligente univa i tipici vantaggi della trazione anteriore (stabilità della trazione in fase di accelerazione e rumorosità contenuti) a quelli delle quattro ruote motrici permanenti. Disponeva infatti di un differenziale elettroidraulico a gestione elettronica che in tutte le situazioni garantiva una ripartizione ottimale della coppia motrice tra asse anteriore e posteriore. Le componenti meccaniche erano completamente integrate con i sistemi ABS ed ESP Plus per migliorare il controllo della vettura e la sicurezza attiva.

Porta-biciclette Flex-Fix e bagagliaio con FlexOrganizer

Con il suo abitacolo spazioso, i molti vani porta-oggetti e le molteplici pratiche soluzioni adottate, Opel Antara trasmetteva la sensazione di una vita informale e spensierata. Un grande senso di spaziosità era dato dalla posizione di guida dominante e dalle grandi superfici vetrate. L’abitacolo non sembrava grande. Eppure, dati alla mano, i suoi occupanti avevano molto spazio a disposizione: i 933 mm per le gambe dei passeggeri posteriori rappresentavano il massimo per una vettura di questo segmento.

Il bagagliaio aveva una capacità di 370 litri fino al ripiano copri-bagagli. Tale capacità poteva arrivare a 865 litri ripiegando in avanti lo schienale del divanetto posteriore e fino a 1.420 litri riempiendo la vettura fino al soffitto. Lo schienale dei sedili posteriori poteva essere ripiegato in due sezioni di diversa larghezza (60:40). Ripiegando anche il sedile del passeggero anteriore era possibile trasportare all’interno della vettura oggetti lunghi fino a 2,63 metri.

Uno scomparto ricavato sotto la superficie del vano di carico permetteva di sfruttare meglio il bagagliaio di Opel Antara per cui era prevista anche la disponibilità, a richiesta, del sistema FlexOrganizer, già visto sulle versioni station wagon di Opel Astra e di Vectra. Reti, divisori, aste e ganci potevano essere fissati all’occorrenza alle guide applicate ai due lati delle pareti interne del bagagliaio.

Il sistema di trasporto posteriore integrato Flex-Fix si imponeva invece per la sua grande funzionalità. La sua totale integrazione con la vettura eliminava l’esigenza di dover smontare e riporre da qualche parte componenti ingombranti. Esattamente come sulla Opel Corsa dell’epoca, spariva restando praticamente invisibile sotto al paraurti posteriore e poteva essere estratto per trasportare fino a due biciclette contemporaneamente.

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