OPEL: i gioielli nascosti di 160 anni di innovazioni Opel
Dalle macchine per cucire alle biciclette e alle automobili – la storia di Opel è ricca di tesori. Nel corso dei suoi 160 anni di storia, questo marchio ha creato automobili leggendarie che hanno avuto un grandissimo successo, tra cui la “Doktorwagen” o le Opel Olympia, Kadett e Kapitän, oltre ai modelli attuali in vetta a tutte le classifiche Opel Corsa, Opel Mokka e la nuova Opel Astra. Rendere tecnologie e innovazioni di vertice accessibili per tutti è sempre stata la filosofia dell’azienda. Ma questo spirito innovativo non ha portato solo alla produzione di auto iconiche. I responsabili hanno sempre guardato oltre gli orizzonti conosciuti e hanno sviluppato prodotti “made in Rüsselsheim” che hanno suscitato grande interesse all’epoca ma che ora vengono a volte dimenticati. Questi interessanti prodotti fanno parte della storia di Opel e dimostrano di essere dei veri e propri “giganti” nel loro campo. Opel si è lanciata nei cieli per poi immergersi nelle profondità marine, e non solo con la Opel Manta. In questo modo, l’azienda è sempre stata al passo con i tempi e ha dimostrato inoltre un grande interesse per le vicende del mondo …
Non è un segreto che Adam Opel, il fondatore dell’azienda, iniziò a costruire macchine da cucire nel 1862 e che fu solo quattro anni dopo la sua morte che la moglie Sophie e i figli iniziarono a costruire automobili. Ma pochissimi sanno che Opel produsse anche macchine per enologia per dieci anni a partire dal 1885 e che ebbe un grande successo sul mercato tedesco. Dietro suggerimento dei viticoltori della regione, Adam Opel aggiunse al proprio programma di produzione delle ”incapsulatrici”, ossia delle tappatrici, e divenne il primo fornitore tedesco di questi prodotti. Nonostante la buona richiesta, però, un problema emerse subito con grande evidenza: le tappatrici erano un’attività stagionale, a differenza di macchine per cucire e biciclette che l’azienda produceva dal 1887, e che consentivano di utilizzare le strutture produttive per tutto l’anno. Così, dopo la morte di Adam Opel nel 1895, i figli vendettero l’intera produzione di macchine per enologia a due dipendenti Opel, Blöcher e Lorenz, i quali avviarono una propria attività continuando a sfruttare per molto tempo l’ottima reputazione delle “tappatrici Opel”.
Enormi ruote d’acciaio con davanti un imponente motore, e uno scheletro di metallo che spunta alle loro spalle – di che cosa si tratta? Un aratro a motore! Opel presentò questa monumentale macchina agricola nel 1911. La macchina era costruita intorno a un nuovissimo motore da 60 cavalli con cilindrata da 10 litri. Il propulsore era posizionato davanti alle ruote per fungere da contrappeso rispetto al guidatore e ai sei vomeri posteriori. Con questo colosso Opel intendeva offrire agli agricoltori un’alternativa all’aratro a vapore. L’aratro a motore poteva infatti essere guidato da una sola persona. Nella descrizione del prodotto si prometteva “di riuscire ad arare da dieci a dodici ettari al giorno su suolo medio-pesante.” Avrebbe significato un enorme risparmio di manodopera per l’agricoltore. Avrebbe. Perché, come si vide, i terreni arabili nella regione del Reno-Meno erano troppo piccoli per utilizzare il dispositivo in modo razionale. La produzione fu sospesa, poi scoppiò la Prima Guerra Mondiale e il progetto non fu più portato avanti. Ciò che resta è la rilevanza storica del fatto che Opel fu una delle prime aziende del settore dei veicoli a motore a sviluppare anche una macchina agricola.
Su iniziativa di Heinrich Müller, allora responsabile del reparto trasporti di Rüsselsheim, nel 1936 Opel sviluppò un sollevatore trasportatore, disponibile sul mercato al prezzo di 3.750 Reichsmark. Con una portata di tre tonnellate e un’altezza di sollevamento di due metri, fu considerato rivoluzionario per l’epoca. Il nucleo del prodotto era il motore da 1,5 litri da 37 CV/27 kW, utilizzato anche per il Blitz da una tonnellata e l’Opel Olympia del 1938. Il serbatoio poteva contenere 30 litri di carburante. La velocità massima era di 40 km/h, ma poteva facilmente raggiungere livelli superiori. Furono circa 300 i trasportatori costruiti finché, nel 1940, Opel vendette la produzione su licenza a un’altro costruttore tedesco. I principali clienti erano le ferrovie (Deutsche Reichsbahn) e le poste tedesche. Nel 1976, erano ancora in funzione circa 60 sollevatori Opel Blitz. Uno di essi si trova ora nel Museo agricolo tedesco di Hohenheim, nei pressi di Stoccarda. E Heinrich Müller è ancora noto tra gli storici del settore come “Hubmüller” (Müller il sollevatore).
Si è quasi dimenticato che Opel recitò un ruolo importante anche nello sviluppo delle motociclette all’inizio del XX secolo. Nel 1901 Opel chiamò la sua prima motocicletta “Motorzweirad” (bicicletta motorizzata) – non si può infatti negare che questo veicolo, stretto e allungato, discendesse direttamente dalla bicicletta. Ma questo modello mostrava già l’architettura che si sarebbe imposta negli anni successivi: il motore era inserito all’interno del telaio e la ruota posteriore era azionata dalla cinghia. Con una potenza del motore di 1 ¾ CV, il veicolo poteva arrivare fino a 40 km/h. Fu un successo, e fu seguito da altri modelli. L’ultima motocicletta Opel fu la Motoclub 500, venduta dal 1928 al 1930. Pur disponendo di prototipi moderni in fase di collaudo, General Motors, nuovo azionista di maggioranza, spinse per l’interruzione di questo ramo d’azienda Opel nel 1930.
Oltre all’aratro a motore, il 1911 registra un’altra anteprima – il motore per aeroplani Opel. La richiesta di motori per aeroplani era aumentata enormemente intorno al 1910: si cercavano soprattutto affidabilità, fluidità e prestazioni. Una sfida che il costruttore di motori di Rüsselsheim accettò con piacere. Il quattro cilindri Opel da 65 CV, raffreddato ad acqua, era estremamente leggero, pesando circa 130 chilogrammi. Il progetto tecnico si basava sui motori delle grandi automobili Opel dell’epoca. Il nuovo motore fece la sua prima comparsa all’aeroporto di Darmstadt. Il volo inaugurale di un motore Opel fu effettuato su un biplano da August Euler, pioniere dell’aviazione, e vide la presenza non solo della 71enne Sophie Opel e dei suoi cinque figli, ma anche del Principe Enrico di Prussia e del Granduca Ernst Ludwig dell’Assia. Successivamente Opel produsse anche motori sei cilindri per aeroplani, che furono però realizzati sotto licenza durante la Prima guerra mondiale. I progetti di Argus (Type As III O) e BMW (Type IIIa O) rivelano la primogenitura di Rüsselsheim per il suffisso “O”. Poco prima della conclusione della guerra, gli specialisti Opel progettarono un motore per aerei da nove cilindri da 200 CV, che giunse alla fase di collaudo senza però uscire mai dallo stabilimento.
Durante la Repubblica di Weimar, l’industria cinematografica esplose e i cinema spuntarono come funghi, vista la passione mostrata dai milioni di persone che li affollavano. Non solo per guardare film, ma anche per avere notizie dal mondo e per conoscere gli eventi sociali, culturali e sportivi dai cinegiornali. Dalla metà degli anni Venti fu realizzata la “Opel Wochenschau” (cinegiornale Opel), una raccolta di notizie sponsorizzata dal costruttore di Rüsselsheim. Estratti della “Opel Wochenschau” del 1926 e 1927 sono conservati negli Archivi federali di Coblenza, dove si possono vedere brevi sequenze sull’inaugurazione della ferrovia della Zugspitze, i festeggiamenti per il 300° anniversario di New York, e anche “L’ascesa delle pluripremiate automobili Opel” con una parata a Francoforte o acrobazie con veicoli dal logo Opel. Come avveniva solitamente nei cinegiornali dell’epoca, i video sono una sequenza silenziosa di immagini, inframmezzate da schermate informative. Quello che appare poco interessante oggi era elettrizzante per gli spettatori dell’epoca che per la prima volta potevano partecipare agli eventi del mondo intero con i loro occhi.
Nel corso dei decenni, Opel ha segnato le epoche con molti altri progetti che vanno al di là del settore automobilistico e oggi appaiono sorprendenti. Se vi interessa sapere come l’azienda diventò una “società di arredamento”, per esempio, o che cosa ha a che fare Opel con gli sport invernali più spericolati: la seconda parte della miniserie sui “tesori nascosti dell’archivio Opel” (presto in arrivo) contiene altre storie interessanti su alcuni prodotti che in qualche caso sono diventati oggetti di culto e che non dovrebbero mancare in ogni modello Opel di oggi.